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Avviare un’attività da zero o acquistarne una già avviata? Pro e contro

Ogni aspirante imprenditore, prima o poi, si trova davanti a un bivio: partire da zero con la propria idea, costruendo un progetto nuovo e personalizzato in ogni dettaglio, oppure rilevare...

Di , editor in-chief di HyBusiness.it

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Ogni aspirante imprenditore, prima o poi, si trova davanti a un bivio: partire da zero con la propria idea, costruendo un progetto nuovo e personalizzato in ogni dettaglio, oppure rilevare un’attività esistente, già avviata e con una clientela consolidata.

Due strade molto diverse, ognuna con opportunità e rischi che vanno valutati senza lasciarsi condizionare solo dall’entusiasmo o dalla paura di sbagliare.

Chi sceglie di aprire un’attività partendo da un foglio bianco può modellare il progetto sulla base dei propri valori, del proprio gusto e della propria visione del mercato.

Si ha la libertà di scegliere il luogo, definire il posizionamento del brand, curare i dettagli dell’offerta senza compromessi con decisioni prese in passato da altri. È una possibilità affascinante perché permette di costruire qualcosa di veramente proprio, con un’identità coerente sin dall’inizio.

Tuttavia, questa libertà ha un prezzo. Avviare da zero significa affrontare costi iniziali spesso elevati, tempi lunghi per ottenere autorizzazioni e licenze, sforzi notevoli per farsi conoscere e attrarre i primi clienti. Anche un buon piano di marketing non garantisce subito un ritorno economico, e i primi anni possono rivelarsi duri, con margini ridotti e incassi variabili.

Chi non ha esperienza imprenditoriale rischia di trovarsi spiazzato da imprevisti burocratici, difficoltà di reperimento del personale, rapporti con i fornitori e gestione finanziaria. Ecco perché partire da zero è un percorso adatto a chi non teme la gradualità, ha una forte capacità organizzativa e soprattutto può contare su risorse sufficienti per sostenere un’attività che nei primi tempi potrebbe non essere redditizia.

Acquistare un’attività già avviata: continuità e limiti

Il rilevamento di un’impresa esistente consente di saltare molti passaggi critici della fase di avvio. Subentrare in un’attività che ha già clienti, fornitori e una struttura organizzativa funzionante significa ridurre i tempi di ingresso nel mercato. C’è già un nome riconosciuto, magari un buon posizionamento online, personale formato e processi rodati.

Questo approccio può rappresentare una scorciatoia preziosa per chi desidera investire senza attendere anni prima di ottenere risultati. Pensiamo a un ristorante con una clientela fidelizzata, a un negozio con una posizione strategica o a un’attività commerciale con database consolidato: tutti esempi in cui il passaggio di proprietà garantisce da subito un flusso di entrate.

Non mancano però i rischi. Un’attività già avviata porta con sé la storia, i debiti, i contratti in corso e le scelte di chi l’ha gestita in precedenza.

Senza un’analisi accurata dei bilanci, dei rapporti con fornitori e dipendenti, delle licenze e delle eventuali pendenze fiscali, si rischia di acquistare un’azienda apparentemente sana ma in realtà fragile. Inoltre, subentrare significa anche adattarsi a una reputazione preesistente, che può essere positiva ma anche negativa, difficile da modificare nell’immediato.

Valutare la scelta: fattori pratici da considerare

Non esiste una soluzione migliore in assoluto: tutto dipende dalle risorse economiche, dal tempo che si è disposti a investire e dal livello di rischio che si vuole correre. Chi ha una visione originale e competenze settoriali solide può trovare più soddisfacente partire da zero. Chi invece preferisce ridurre l’incertezza e dispone del capitale necessario può optare per l’acquisto.

Un elemento spesso trascurato riguarda la capacità di adattamento. Un nuovo imprenditore che rileva un’attività esistente deve essere disposto ad accogliere una struttura già formata e gradualmente modificarla, senza stravolgere ciò che funziona. Al contrario, chi parte da zero deve accettare che non tutto andrà come pianificato e che serviranno correzioni in corsa.

Dove trovare opportunità concrete

Il mercato delle cessioni e acquisizioni è molto più vivo di quanto si pensi. Dalla ristorazione al retail, dai servizi digitali alle imprese agricole, ogni anno migliaia di aziende passano di mano.

Per chi è interessato a questa strada, piattaforme specializzate offrono un punto di partenza utile: tra le più consultate ci sono le aziende in vendita su Bscout.com, dove è possibile visionare annunci verificati e farsi un’idea dei prezzi di mercato, dei settori più dinamici e delle occasioni realmente disponibili.

Accedere a queste informazioni permette di muoversi con maggiore consapevolezza e di evitare improvvisazioni, perché un conto è avere un’idea vaga di “acquistare un bar” e un altro è analizzare decine di annunci con dati reali su fatturato, posizione, costi di gestione e prospettive di crescita.

Il ruolo della due diligence

Chi valuta di acquistare un’attività deve affidarsi a professionisti per un processo di due diligence completo. Non basta leggere un bilancio o guardare le recensioni online: occorre verificare contratti di locazione, concessioni, stato delle attrezzature, eventuali contenziosi legali o fiscali. È un passaggio che richiede tempo e competenze, ma che può evitare errori irreversibili.

Lo stesso vale per chi decide di partire da zero: anche in questo caso è fondamentale uno studio di fattibilità accurato, con business plan, analisi del target e proiezioni realistiche.

Infine, oltre ai numeri e agli aspetti legali, c’è la dimensione personale. Avviare un’attività comporta sacrifici, energia e capacità di resistere agli ostacoli. Rilevare un’impresa già avviata, invece, richiede spesso la sensibilità di gestire un team che potrebbe essere legato al vecchio proprietario o abituato a metodi diversi.

Il fattore umano, fatto di relazioni, di fiducia e di capacità di guidare un gruppo, pesa tanto quanto i bilanci. È ciò che trasforma un progetto teoricamente valido in un’impresa realmente funzionante.