Skip to main content

Consigli per avere successo con la propria azienda nel 2025

Aprire un’azienda nel 2025 può sembrare un azzardo. Stiamo attraversando, infatti, un periodo di grandi cambiamenti. Quello che viene cercato oggi dal mercato può rivelarsi anacronistico nel giro di pochi mesi. Alla luce di ciò, qualsiasi aspirante imprenditore dovrebbe riflettere molto bene prima di fare il grande passo. Per fortuna esistono dei consigli che fungono […]

Di , editor in-chief di HyBusiness.it
Condividi questa storia
|
 Copertina

Aprire un’azienda nel 2025 può sembrare un azzardo. Stiamo attraversando, infatti, un periodo di grandi cambiamenti. Quello che viene cercato oggi dal mercato può rivelarsi anacronistico nel giro di pochi mesi.

Alla luce di ciò, qualsiasi aspirante imprenditore dovrebbe riflettere molto bene prima di fare il grande passo. Per fortuna esistono dei consigli che fungono da vera e propria bussola in quella che è una delle decisioni più importanti della vita. Vediamone alcuni nelle prossime righe.

Lavoro sugli obiettivi di qualità

Molto spesso, le aziende, anche se molto piccole e quindi con la possibilità di tenere sotto controllo più agevolmente i processi gestionali, falliscono perché alle spalle non ci sono obiettivi di qualità.

Definirli è fondamentale e, se lo si ritiene opportuno, ci si può fare aiutare da un business coach. Quali sono, però, le basi da cui partire? Il metodo SMART. Per poter essere definito di qualità, un obiettivo deve soddisfare i seguenti criteri:

  • Specificità
  • Misurabilità
  • Achievable (essere raggiungibile)
  • Rilevanza
  • Tempo (essenziale è darsi dei tempi definiti per arrivare al raggiungimento)

Con questi punti ben chiari, si hanno chance importanti di concretizzare azioni davvero funzionali al successo aziendale.

Sostenibilità

Oggi come oggi, avere successo con un’azienda, a prescindere dal settore, vuol dire dedicare il giusto spazio alla sostenibilità.

Viviamo in un periodo in cui il consumatore, sia esso un soggetto privato o un’altra azienda, è perfettamente consapevole dell’impatto che i suoi acquisti hanno sull’ambiente.

Accanto a questa certezza, è viva anche quella relativa alla negatività del cosiddetto green washing. Il target a cui un’azienda si rivolge sa infatti bene quando la realtà è sostenibile solo di facciata.

Per evitare questa deriva, che può rivelarsi un vero e proprio boomerang dal punto di viste reputazionale, la cosa migliore da fare è rivolgersi a esperti in grado di affiancare nell’implementazione delle pratiche di sostenibilità ESG.

Quando si utilizza questa espressione, si inquadra un modo di vedere la sostenibilità che passa dal focus sulla responsabilità sociale d’impresa, per considerare, oltre all’impatto concreto dell’azienda sull’ambiente, anche il modo in cui lo stesso influenza gli stakeholder, termine sotto il cui cappello si possono includere i clienti, ma anche i fornitori, i collaboratori, i dipendenti, nonché, giusto per citare un’altra opzione, i gruppi di interesse che ruotano attorno a un determinato ambito.

Il potere dell’innovazione

Avere successo con un’azienda nel 2025 vuol dire, per forza di cose, puntare sull’innovazione.

Per amor di precisione, è il caso di ricordare che, lato innovazioni di prodotto, ci sono davvero pochi passi da fare oltre a quelli che, in questi pochi anni, soprattutto nell’ultimo, hanno cambiando e stanno cambiando di nuovo radicalmente il nostro modo di lavorare.

Si può puntare, però, su quelle di processo. Anche solo concentrarsi su aspetti come la gestione smart dei rapporti con i dipendenti o dei documenti relativi ad aspetti burocratici come la sicurezza sul lavoro, che comporta la familiarità con numerosi documenti, può cambiare le cose.

Ridurre il turnover del personale

Negli ultimi cinque anni, è cambiato drasticamente il modo di approcciarsi al lavoro. Non lo si vede più come un obbligo, ma come una tessera di puzzle senza la quale non si riesce a esprimere in maniera completa la propria identità e che deve, nel contempo, integrarsi con gli altri aspetti della vita.

Ciò ha portato, di recente, tantissime persone a decidere di licenziarsi anche da posti di lavoro ben pagati.

Il turnover eccessivo è deleterio per l’azienda in quanto, numeri alla mano, un dipendente che va via costa circa la metà del suo stipendio in ricerca, formazione e on boarding di uno nuovo.

Essenziale è quindi valorizzare quelli che si ha già in squadra, attraverso un lavoro costante sulle proprie capacità di leadership e tramite focus su feedback di qualità, dialogo aperto e consapevolezza dei limiti produttivi di ogni persona.